A che gioco si gioca?


La risposta dovrebbe essere scontata: si gioca a calcio. Al pallone, anzi. A rigore, poi, il soggetto impersonale è sbagliato: a calcio, o al pallone, ci giocano loro. Io, in campo, non ci vo. Non ci vo io, non ci vai tu e non ci vanno nemmeno il signor Calabrese, il signor Prizio e nessuno di coloro che al calcio o al pallone girano intorno. Tifosi, analisti, opinionisti, commentatori professionali e/o improvvisati. Perché, alla fin fine, sabato ventidue agosto alle ore diciotto, a Bologna, in campo ci andranno soltanto undici giocatori vestiti di viola, più le riserve e l'allenatore.

Quel che si svolge al di fuori mi sembra oramai tutt'altro gioco; anzi, un giocazzo. Prendiamo ad esempio l'ultima querelle (magari fosse di Brest e ci fosse nel mezzo Fassbinder!) sollevata iermattina da un articolo di Repubblica. Secondo quest'articolo, firmato appunto da Giuseppe Calabrese, “più o meno alle 21,45”, quando la partita con lo Sporting “era finita da qualche minuto” (attacco, verrebbe da dire, alla Raymond Chandler), Cesare Prandelli esce dallo spogliatoio e nel corridoio incontra Andrea Della Valle. Il resto lo conoscete e lo conosciamo tutti: il “duro faccia a faccia”, e il pranzo è servito. Quasi in tempo reale, l'articolo viene ripreso da fiorentina.it coi relativi commenti, commentini e commentoni del suo “popolo”; in perfetta interazione, sull'edizione di oggi di Repubblica (pagina XI dell'edizione cartàccea, e la doppia “c” non è un errore di digitazione), ecco l'articolo (firmato stavolta da Gaia Rau) intitolato di ordinanza: Braccio di ferro sul mercato, cyber-tifosi divisi a metà. Vale la pena riportarne l'attacco: “Incredulità, rabbia, delusione. La notizia dell'incontro tra Prandelli e Della Valle al termine della partita contro lo Sporting infiamma il dibattito sul web. Alle 9.40 di ieri fiorentina.it pubblicava integralmente, in home page, l'articolo di Repubblica sul faccia a faccia tra il ct e il presidente della società viola. Pochi minuti ed è subito bufera.”

Certo che è subito bufera. Sanno crearla ad arte e alla perfezione, i signori del giornalone e del portalone. In assoluta armonia. Bando ai complotti e ai complottismi, ovviamente; però la cosa lascia più di un sospettuccio. Cosa c'è di meglio di un bel faccia a faccia tra Prandelli e Della Valle per “scuotere l'ambiente”? Tanto, alle 21.45 in quel corridoio di Lisbona mica c'eravamo; c'era, almeno dice lui, il signor Calabrese Giuseppe che ha assistito alla bufera. Tutto questo dopo un'estate passata a buferare a dritta e a manca, il mercato, i mugugni, gli zero euro, Filippetto il timorato d'Iddio, l'epica disfatta contro il Parigi Sangermano e via discorrendo. Insomma, sarebbe ora che certa gente uscisse veramente allo scoperto senza voler tenere i piedi in due staffe: cominciassero la petizione per la cacciata dei Della Valle, come preconizzato da Diego stesso, e si assumessero le loro responsabilità. Magari indicando delle soluzioni alternative praticabili, visto che i Della Valle oramai stanno diventando il male assoluto. Visto che oramai senza più remore si rimpiange Cecchi Gori, presidente-tifoso, le sue “ciliegine” e tutto il resto, si peta (dal verbo petere) il suo ritorno. Oppure ci si abbologni in santa pace, si scovi una Menarini qualsiasi e si rimandi Della Valle a fare scarpe; il problema è che nella tanto vituperata Bologna una Menarini l'hanno pur trovata. Qui a Firenze, non si troverebbe nemmeno quella. Molti si sono prontamente scordati che, ai tempi del fallimento cecchigoriano (circa due secoli e mezzo fa, no?), a Firenze siamo stati capaci di trovare un finto banchiere, fantasiose “cordate” di imprenditori che non imprenderebbero nemmeno una mesticheria a Novoli, e Pupo. Il quale, fra tutti, forse era il più serio. E' questa la cosa più favolosa dei ciliegisti (oramai li chiamo così): vorrebbero far frugare Della Valle, però non dicono mai chi si dovrebbe frugare al suo posto, secondo loro. Non lo dicono perché non ne hanno la più pallida idea. E, intanto, cominciano le preghierine e le non più tanto velate speranze che la Fiorentina dei DV vada a rotoli. Chissà che qualcuno di loro, anche in alto loco, non faccia il tifo per lo Sporting di Lisbona.

Intanto si prepara bene il terreno, scientificamente, quotidianamente. Certo, questo non significa che tra Prandelli e la dirigenza non debba esistere una dialettica. E' una cosa semplice e normale. Però basta poco: un corridoio, una dichiarazione qualsiasi, ed il gioco è fatto. Non basta nemmeno considerare il fatto che lo stesso Prandelli, pochi giorni fa, aveva dichiarato, testualmente: “Non si possono chiedere ogni anno soldi alla proprietà. Quindi bisogna puntare sui giovani e sulle strutture.” Un voltafaccia clamoroso, sarebbe. Una conversione a U in un tratto con doppia striscia continua. Ma questi qui non si fermano davanti a niente.

Sono, del resto, gli stessi che in altri ambiti riescono a trasformare una scazzottata in San Lorenzo in notte di paura. Una vetrina spaccata in polveriera e in quadrilatero del terrore. Gli stessi che, da anni, a base di degrado e sicurezza hanno contribuito a creare tutto un certo clima, politicamente assai redditizio, i cui effetti si vedono benissimo. Cosa volete che gli ci voglia per trasformare una dichiarazione di Prandelli in duro faccia a faccia? Una discussione in bufera, mettendo a disposizione dai loro seguitissimi forum un'alluvione di opinioni, che di “opinione” oramai hanno solo la caratteristica di poter essere manipolata a piacimento? La bufera, quella vera, la si vedrà il giorno in cui questi signori ce la faranno. Il giorno in cui i Della Valle, Corvino e Prandelli si stuferanno definitivamente di tutto l'andazzo, di questa città e di una “tifoseria” cui piace fare tutto nel nome del “cuore” buttando nella spazzatura il cervello. Allora sarà missione compiuta. Potranno finalmente vendere più copie e inserire più pubblicità nella ricerca al “successore di Della Valle”. Come per magia scompariranno tutte le “checche isteriche”. Mi augurerei quasi che la Fiorentina la comprassero loro, e la gestissero, e andassero loro in giro a comprare “esterni” e “centrali”. Calabrese for president. Gaia Rau novella corvinessa. Prizio che, al 35' del 1° tempo effettua la necessaria sostituzione. E la Fiorentina che diventerebbe finalmente la Fiorentina It, ma nel senso di Stephen King.


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