Fiorentina Tempocronaca

Comincia la partita.

Bolteni batte il calcio d'inizio e passa la palla a Petrone, che si smarca elegantemente sulla destra efficacemente contrastato da un terzino avversario; veloce azione sul filo del fuorigioco, ma l'uscita perfetta del “gatto magico” Griffanti vanifica l'incursione. Rimessa del portiere Viola, che passa a Bollano, scambio con Frigo mentre il cielo comincia a farsi molto scuro. Calcio d'angolo sulla sinistra: batte Bollano, ed è gol direttamente dal corner! La Fiorentina in vantaggio!

A metà del primo tempo, la Fiorentina continua a condurre; stavolta la palla è conquistata dall'olandese Roosenburg, che salta un avversario ma non il secondo e sarà rimessa laterale poco oltre il cerchio di centrocampo. Batte la rimessa Gratton, mentre da lontano il portiere Costagliola, subentrato a Griffanti, osserva lo svolgimento dell'azione. Passaggio a Virgili che ubriaca un avversario, poi Julinho quasi gli strappa la palla e passa a Montuori....eccezionale, un avversario a terra, un altro che sembra andare da tutt'altra parte e il cileno mette sotto la traversa...gool! La Fiorentina si porta sul 2-0 quasi allo scadere del primo tempo!

La ripresa vede i Viola prevalere per 2-0, ma la compagine gigliata non sembra essere paga del risultato: Can Bartù e Seminario sono ora della partita, ed è proprio lo spagnolo che si impossessa del pallone sulla trequarti e scambia rapidamente con Amarildo. Il brasiliano passa a Hamrin, che tira senza pensarci, sfiorando la traversa: Fiorentina ancora pericolosa!

Sulla rimessa del portiere avversario, colpo di testa a centrocampo di Claudio Merlo; il giovane neoacquisto Viola scambia con De Sisti, che si smarca sulla sinistra e mette al centro per Maraschi: gol! Ancora una volta la Fiorentina a segno! Tre a zero, e sugli spalti si addensano le generazioni, e le bandiere, e un solo grido: Forza Viola!

Al 12' della ripresa Fiorentina in vantaggio per 3-0: c'è un calcio di punizione battuto da Pellegrini per Clerici, in una fase di stanca della partita dove la Fiorentina sembra avere tirato un po' i remi in barca; ma ecco che Steno Gola, subentrato da poco, scambia con Tendi...gool !! Una staffilata da trenta metri, e la Fiorentina operaia si porta sul 4-0! Incontenibili Viola proprio quando sembrava che la partita vivesse un momento non esaltante!

Ecco ora che Caso si getta in una mischia in area...un tiro sbilenco e la palla è di nuovo in rete! Increduli gli avversari mentre si cerca ancora l'autore della rete, che dovrebbe essere Dino Pagliari! L'estroso attaccante viola incita i compagni a andare avanti, perché la strada della storia è lunghissima ed è tutta ancora da scrivere...è proprio lui che contrasta efficacemente un attaccante avversario lanciato a rete e passa a Daniel Bertoni, sedici mà, sedici mà, sedici maggio arriverà, che fa secco un avversario e smarca Ciccio Graziani...Graziani...gol!!! Cinque a zero!

E siamo arrivati alla mezz'ora della ripresa, con la Fiorentina che non sembra assolutamente sazia...da poco è entrato il giovane centravanti argentino Batistuta, per ora un oggetto misterioso fatto segno di qualche mugugno da parte della tifoseria...il passaggio, dopo un batti e ribatti, è di Bressan che trova Batistuta solitario al centro, esplode il tiro...gol!!! Salta in piedi la Fiesole! Batistuta ha segnato il suo primo gol in maglia Viola e corre verso gli spalti con le braccia alzate per festeggiare il 6-0!

Siamo oramai verso la fine del match e sono già calate le ombre della sera, delle ombre scurissime contro le quali i potenti riflettori dello Stadio Comunale sembrano non potere niente...l'allenatore Viola ha dovuto cambiare praticamente tutta la squadra, e adesso c'è Andreotti che passa a Bismark, ma si intravede l'inconfondibile sagoma di Riganò che calcia da posizione impossibile con potenza...ed è ancora gol! Sette a zero, sette come le vite dei gatti! Ancora la Fiorentina!

Siamo oramai al 93'...*il pallone adesso per Pasqual, si gioca praticamente gli ultimi spiccioli di gara, prova Vargas sulla sinistra a saltare un avversario, ce la fa...mette in mezzo, il tocco di Gilardino...GOOOOL GOOOOOL GOOOOOOOOL GOOOOOOOOOOOOL GOOOOOOOOOL GOOOOOOOOOOL.... e GGGGOOOOL ! Gilardino! La Fiorentina passa all'Anfield...!!!!!! Otto a zero, ottantatré anni a zero, ottantamila voci a zero, ottocentoottantamila milioni di battiti d'un cuore Viola!

...e l'arbitro fischia la fine, ma cosa succede...la Fiorentina ha vinto ma continua a giocare, nel futuro...Agyei passa a Di Carmine....Di Carmine...Babacar, gooool !!!!!! Goool!!!! Gooooool !!!!!



La conferenza stampa di Corvino


POST CONFERENZA STAMPA di Sauroviola

Bene, se ancora non si fosse capito, la dirigenza è amareggiata. D'altronde non potrebbe essere altrimenti.

Dopo aver preso una squadra (che squadra non era, c'era solo un nome) in C2, aver tirato fuori quasi 20 Milioni l'anno per 6 anni, aver raggiunto traguardi (sportivi ed economico-societari) mai raggiunti da quella società calcistica, aver portato alla ribalta un fenomeno, quello appunto della Viola-fenice che risorge ed in soli 3-4 anni torna in CL, aver subito le ritorsioni del potentato del calcio superandole con la forza della gestione oculata e con la saggezza di chi si siede sul fiume e guarda passare i cadaveri dei propri nemici.

Dopo aver chiesto sostegno all'imprenditoria fiorentina ricevendone sberle mediatiche. Dopo aver presentato un piano di investimento come quello della cittadella, dicendo a chiare lettere che era l'unica soluzione per poter ambire a colmare il gap con le 3-4 cosiddette grandi. Dopo che tutta la Firenze che conta (almeno mediaticamente) ha ignorato tali messaggi, arrivando a dire che la cittadella non c'entra niente col mercato dei giocatori.
Dopo tutto questo, è secondo me normale che uno si rompa i coglioni.

Detto ciò, questa storia, sia che arrivi al capolinea, sia che continui, magari aiutata in ciò da ripensamenti da parte dei media per quanto attiene al loro atteggiamento, mi porta ad esternare alcune considerazioni.

Non era mai successo (neanche al tempo delle sette sorelle) che una società così forte e così ben gestita vestisse i colori della mia squadra. Parlo del calcio che ho visto, dagli anni 70 in poi. Anni in cui c'è sempre stato il dominio (non sportivo, ma mediatico e politico) delle strisciate, a cui si sono aggiunte negli ultimi decenni le romane.

Storicamente abbiamo sempre dovuto combattere contro i poteri forti. Le dirigenze che han gestito la viola, si son dovute sempre scontrare contro la logica della lobby italiana del calcio, che impedisce di fatto partenze alla pari. Di questo siamo stati sempre consapevoli, ed anche, ammettiamolo, un po' orgogliosi. In tempi passati, e con altre società (brevissimo interregno dei primi 4 o 5 anni pontelliani a parte - quando ci s'aveva Allodi o quando si compravan fior di campioni anche rotti ma su cui si sapeva investire bene), sapevamo che la Fiorentina, per vincere, avrebbe dovuto far di più e meglio di altre squadre che partivano con 10-12 punti in più garantiti dalla compiacenza del palazzo. Anche con questa società siamo ben consapevoli di ciò, ma per 4 anni ci han dimostrato che sognare è possibile, attraverso la programmazione, la serietà, l'oculatezza e la scaltrezza di un grande DS.

Ebbene, che ci riamane adesso? La Fiorentina ovviamente, compresa la sua ottima società, la diregenza ed uno splendido ed umanissimo allenatore. Non è ancora successo niente. I DV, pur delusi, rimangono (anche perché s'è bella e che venduta una società così salda economicamente). Il Corvo, pur incazzato e amareggiato da critiche (a volte giuste, più spesso ingiuste) continuerà a "lavorare facendo il suo mestiere". Prandelli, che forse è anche contento di gestire una rosa di 21-22 giocatori finalmente coesi e vogliosi di seguire le sue indicazioni, rimarrà e sarà (almeno per quest'anno) ancora convinto di poter vincere o quanto meno di giocarsela bene (e ci ha ampiamente dimostrato che le sue convinzioni non sono poi troppo sbagliate).

A me però da tutto ciò che è successo quest'estate rimarrà una amara convinzione. Firenze per vincere non deve superare solo i poteri forti di strisciate e romane. Non deve solo fare 10-12 punti in più per arrivare a pari con alcune squadre, ma deve vincere anche contro se stessa, e forse quella sfida non sono in grado di affrontarla neanche i DV, Corvino e Prandelli.

Nella foto: Annibale Carracci, "Polifemo", Roma, Palazzo Farnese.


Anche noi raccogliamo firme: sì, per chiudervi.

Raccogliamo anche noi firme, senza bannerini e pubblicità.

Bisogna dare un freno al signor Prizio. Tanto per essere chiari, e subito. Stopparlo prima che sia troppo tardi. Questo qui non fa il tifo per la Fiorentina. Fa il tifo, esclusivamente, per "fiorentina.it". Non è nemmeno più il caso di chiedersi (visto che chiederglielo direttamente comporta o una censura, o insulti che basterebbero e avanzerebbero per segnalarlo all'albo dei giornalisti) chi accidente si creda di essere; oramai è al delirio puro.

Pone scadenze. Fa i conti in tasca. Raccoglie le firme. Smuove il "popolo". Un demagogo della peggiore specie che, come tutti i demagoghi, sa innestare bene il casino basandosi sull'ignoranza e sull'incompetenza, forte di una sorta di "casta" di cialtroni suoi pari, autoreferenziali, sempre pronti a incensarsi a vicenda. Tira i sassi e blandisce, fa e disfa, dà definizioni e patenti di "ingenuità", fa "domande" che però si guarda bene dal porre direttamente agli interessati, a quattr'occhi. Dev'essere fermato.

Non soltanto dai tifosi Viola che ancora hanno una testa sulle spalle e non si abbassano a fare gli "striscionisti" di una ridicola fronda. Dev'essere fermato in primis dai Della Valle. Non è bastato che Corvino, giustamente, riferendosi a lui e ai suoi compagni di merende, abbia tirato in ballo l' "estorsione mediatica"; eppure sono parole chiarissime. Parole che il "democratico" Prizio non ha però minimamente riportato sul suo sito. Un organo di "informazione" che si comporta così per mano del suo direttore, libera da qualsiasi remora per richiederne l'eliminazione.

Campa, e campano, alle spalle della Fiorentina. Parassiti. Si permettono di avere introiti, pubblicitari e di altro tipo, sfruttando il nome e le vicende della Fiorentina. Poi lo chiamano "diritto di critica". Invocano la "libertà di stampa e di espressione". Se c'è una critica da fare ai Della Valle, è quella di essere troppo signori. Intanto, con una situazione societaria e sportiva che dovrebbe autorizzare soltanto fiducia e maggiori speranze, si prende a pretesto un "mercato" per scatenare un'aggressione mediatica mai vista nei confronti della Società. Nemmeno ai tempi di Cecchi Gori. Senza attendere i risultati. Anzi, scatenandola proprio all'inizio di una stagione che già sta riservando i primi successi.

Le domande, serie, da porsi, sarebbero altri. Ad esempio, chi ci sia veramente dietro tutto questo. Chi muova veramente i fili. E questo, no, non è "complottismo". Che cosa sia il potere mediatico lo si vede tutti i giorni. E non mi si venga a dire di dare scarsa importanza a queste cose. Questa, sì, sarebbe ingenuità. Un'ingenuità che costerebbe caro.

Deve essere fermato. Stoppato. Bloccato. Qui si raccolgono le firme per la chiusura di "fiorentina".it. Non solo non è il "sito dei tifosi viola", ma è un sito che danneggia la Fiorentina, il morale della squadra e della tifoseria, e la verità. Basta coi demagoghi da barilotto. Chiuderlo, e chiuderlo subito.

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"FIORENTINA".IT DEVE CHIUDERE. BASTA CON I PARASSITI.

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Picchi secondo me, riga per riga

(Premessa: questa è una risposta riga per riga all'articolo scritto da Sandro Picchi, firma storica del giornalismo sportivo fiorentino, pubblicato dal "Corriere Fiorentino" il 29/8/2009 e citato integralmente dai principali siti web di informazione sulla Fiorentina. L'articolo, qui citato comunque in modo integrale, è reperibile anche a questo link)


Dunque:

«Ricomincio da capo» è un curioso film di qualche anno fa, con Bill Murray. L’attore è prigioniero di un singolare meccani­smo che lo costringe a vivere sempre nello stesso giorno - il 2 febbraio, Giorno della Marmotta - e ad affrontare sempre le stesse situazioni. La radio lo sveglia alle 6 in punto con la solita canzone, e tutto si ripete implacabilmente uguale fino a quando (ma ce ne vuole) l’incantesimo si rompe. Ed è, final­mente, il 3 febbraio.

Ok, il ragazzo ha studiato.

Qualche volta, osservando le vicende della Fio­rentina, abbiamo avuto la sensazione di trovarci di fronte a qualcosa di vagamente analogo alle vicen­de di quel film, cioè alla perenne riproposizione del­le identiche situazioni e all’impossibilità di sfuggir­vi.

E a me che sembrava di aver visto tutto e il contrario di tutto...

Nel bene e nel meno bene (dire nel male sarebbe troppo).

Eh bè, almeno questo, cazzo.

Il ‘‘solito’’ quarto posto,

Che è buonissimo, viste le circostanze.

il solito Corvino che lo paragona a quattro scudetti,

Perché così è, anche se dirlo ogni volta pappagallescamente ai quattro venti può non essere piacevole per chi ascolta e sogna.

gli stessi pregi e gli stessi limiti nella squadra,

Mica del tutto vero.

gli stessi giocatori,

E non mi pare un problema avere un gruppo solido e collaudato.

le partite risolte da un colpo di genio più che da un colpo di gioco collettivo,

Vero, ma pare una involuzione dell'ultimo anno: nella prima stagione di Prandelli la Fiorentina era anche molto, molto bella da vedere.

la solita difesa che genero­samente lotta e traballa,

I rinforzi servirebbero, e se non arrivano i titolari non sono poi questi broccacci infami.

i risultati che sembrano fuori portata ma che alla fine arrivano,

Perché la squadra è forte, malgrado tutto.

Prandelli che svolge il suo buon lavoro trattenendosi dal dire ciò che pensa.

E se così è, allora anche Picchi si trattiene dal dirci ciò che pensa Prandelli, visto che magari glielo ha detto in una notte di luna piena a Monte Morello; se così non è, Picchi fa supposizioni in libertà. "Peccato" che Prandelli sia una persona intelligente che non si trincera in un impenetrabile silenzio, ma trova sempre il modo di parlare e veicolare il suo pensiero, in modo civile, da grande signore: ma Prandelli parla, mica ha bisogno di un Picchi...

Nemmeno la Champions è sfuggita a questa anche eccellente forme di ripetitività: anco­ra il Lione, ancora la prima partita nello stesso stadio francese, quasi nello stesso giorno di settem­bre, come l’anno scorso.

Mmm... e 'sticazzi?

Mancherà Zauri.

Apprezzabile discontinuità, a mio modesto avviso.

A queste buone e meno buone ricorrenze (alle buone ci si abitua in fretta e si finisce per non ap­prezzarle quasi più, come succede per il sempre ri­cordato quarto posto)

Colpa dell'ambiente, però, mica della società.

fanno compagnia, da qual­che tempo, le per noi inafferrabili vicende dei milio­ni che escono e che entrano, vicende in base alle quali — non capisco ma mi adeguo — da una par­te il tetto del monte ingaggi risulta sempre più sfondato (ora il buco nel soffitto è arrivato a 7 mi­lioni lordi) mentre dall’altra il tesoretto non cresce mai, sebbene siano avvenute sostanziose cessioni (Pazzini, Osvaldo, Melo, Semioli) a cui vanno ag­giunte alcune uscite dal monte ingaggi (Storari, Almiron, Zauri).

Se vengono acquistati altri giocatori con stipendi rispettabili (Marchionni e Zanetti, per dire), ed il fatturato della società non cresce, si contrae per forza di cose anche il monte ingaggi "ideale" entro il quale Corvino cerca di ricondurre il monte ingaggi reale. Ma soprattutto, in campo ci vanno i "milioni", o i giocatori, le squadre?

Ora sono in arrivo anche i milioni di una Champions che, per insormontabili ragioni tecniche alle quali si uniscono calcoli economici, sembra interessare più che altro per motivi di cas­sa,

Sull'esistenza delle ragioni della cassa concordano un po' tutti: ma vale la pena ricordare che una collega di Picchi, la famigerata Manuela Righini, sostenne con ardore la necessità per la Fiorentina di una eliminazione Uefa precoce, motivando il confronto con l'impegno in Cl proprio sulla base delle ragioni di cassa.

ma si è già capito che anche questi milioni ci sono «ma non contano». È come se non ci fossero.

Notare che Picchi non dice mai quanti siano questi milioni. Forse non lo sa?

Nessun acquisto, a quanto pare, ma accantona­mento in vista del mercato di gennaio quando po­tremmo sentir dire che i milioni saranno spesi a giugno («Ricomincio da capo») perché la sessione invernale non offre nulla di buono.

Supposizione, nulla più. Certo, se dal mercato di gennaio devono venire i Cacìa e i Da Costa, allora a gennaio è meglio stare buonini...

Difficile per il pubblico digerire tutto questo. Dif­ficile capire.

E' difficile perché il pubblico è stato diseducato: non necessariamente dalle ciliegine di vittorio, e forse neanche dalle spese ben poco assennate degli altri presidenti italiani. Sì, con quello che Moratti ha speso per l'inadeguato Quaresma, il Corvo ha preso i nostri tre big (Frey, Mutu, Gilardino). Ma nel calcio d'estate contano solo le figurine, e quanto sono state pagate, come dimostrazione di potenza economica. Evidentemente in Italia è degno di ammirazione soltanto chi può ostentare quattrini: c'è chi lo fa comprando nuove figurine per la sua squadra-giocattolo, c'è chi arriva fino a Palazzo Chigi.

E non c’è niente di più dannoso e di più insidio­so che dare l’impressione, giu­sta o sbagliata, di una man­canza di sincerità o peggio an­cora, di un qualcosa che somi­glia a una presa in giro. E non è forse questo il pericolo che la Fiorentina sta correndo?

Detto così, "dare l'impressione", sembra che Picchi concordi sull'esistenza di un problema di comunicazione della dirigenza viola: ma con questa formula, finisce per adombrare un'eventuale insincerità della stessa dirigenza nei confonti della tifoseria.

I milioni, la cui esistenza è indiscutibile e sulla cui consi­stenza molto si dibatte, non verranno spesi perché manca la volontà di spenderli.

Manca la volontà di pagare lana grezza per seta, ha detto con grande realismo e onestà Corvino. Quando si è voluto spendere per comprare quella che si è ritenuto fosse seta (Gilardino, Vargas), i milioni sono stati usati eccome.

Man­ca per lo zelo di estendere il fair play anche al bilan­cio, come chiede Platini al cui invito Andrea Della Valle si è immediatamente reso disponibile.

Balle, straballe, iperballe: perché questa era la politica dei DV ben prima che il gobbo d'Oltralpe arrivasse al vertice della Uefa.

Man­ca per una bassa temperatura della passione.

"Formidabili quegli anni, formidabili davvero. Ci sono i soldi e ci sono i sogni. Ranieri sa ormai come gestire Cecchi Gori: gli dice sempre di sì e poi agisce come gli pare. Una nuotata insieme nel mare di Sabaudia per farsi suggerire che Robbiati avrebbe dovuto sempre giocare e due palleggi col piccolo Marietto, che <>. [...] Sono i tempi della ciliegina e del Ciclone. Rita Rusic diventa la donna più intelligente del cinema mondiale, il marito la guarda languido ed orgogliosamente pensa: <>. Hai ragione Vittorio, sei tu il più grande, spendi per noi e vai felice in balaustra..." (David Guetta, La mia voce in Viola)

Manca per la strategica attesa delle decisioni sulla Cittadella e sul nuovo stadio, che forse sarà quello vecchio, ma rinnovato.

Vero. E sarà il caso di darsi una mossa?

E mentre da un lato si nega (almeno per ora, ma il mercato non è chiuso) la possibilità di nuovi arri­vi,

ADV ha detto che il mercato non era chiuso. Ergo...

dall’altro si parla in modo esplicito della possi­bile partenza di Kuzmanovic. Al di là del valore tec­nico di un giocatore che si è un po’ fermato, se si arrivasse alla cessione del serbo ci troveremmo di fronte a un’altra situazione già vissuta, cioè al ca­so di una società che punta — o puntava — sui giovani, ma che continua a cederli o a non saperne determinare l’affermazione.

Eccoci. Se Picchi non avesse ceduto alla tentazione di voler dipingere un affresco complessivo della situazione, e avesse voluto avanzare comunque una critica alla società, avrebbe potuto limitarsi a parlare di Kuz: il quale rischia di fare la "fine" di Pazzini, Osvaldo, Maggio, lasciando perdere per ovvi motivi i Biagianti, i Quagliarella, e in misura minore i Minieri e i Savini. La Fiorentina, da quando è rinata, ha sempre puntato molto su giovani calciatori. Non sempre questi giovani sono però riusciti ad affermarsi in maglia viola. Lasciando da parte i flop conclamati (Vanden Borre, Da Costa, Lupoli) che non si sono (ancora) affermati altrove, per tutti gli altri il problema mi sembra comune: la Fiorentina non ha potuto/saputo/voluto aspettarli. E' l'impazienza di una società che vuole ottenere risultati, spinta dalla passione e dall'impazienza del suo pubblico: per cui, se in una logica di hic et nunc Gilardino può far meglio di Pazzini, Ufo può fare meglio di Maggio, Zanetti può far meglio di Kuz, le scelte di mercato sono assolutamente consequenziali, fermo restando che le difficoltà di adattamento agli schemi di Prandelli (dove Maggio e Pazzini avevano poche chances di inserirsi, francamente) hanno pesato. Il pueblo è libero di pensare che cedere Kuz sia male: generalmente, è lo stesso pueblo che si disperava per il suo orribile 2009, e pregava che fosse tolto dal campo in ogni situazione. Attendere i giovani non è un'attività priva di rischi. Per me si può fare, basta saperlo. Ma forse su questa piazza non è possibile.

Tutto questo intrecciarsi di contraddizioni, di si­tuazioni già viste, di equivoci e di discutibili comu­nicazioni sembra aver scosso, almeno in gran par­te, quell’incantesimo fatto di affetto, di fiducia, di riconoscenza, di riconoscimento di meriti, di entu­siasmo — cioè tutto quanto è stato onorevolmente conquistato in campo e fuori — che in questi ulti­mi anni ha unito i tifosi alla squadra, all’allenatore e alla so­cietà.

Gli operatori dell'informazione devono essere pienamente consapevoli che le pagine cartacee o elettroniche possono contribuire a far mutare la temperatura dell'ambiente, specialmente dove il riportare i fatti cede il posto alla legittima esposizione di opinioni. Questa è una responsabilità che ci si deve assumere: sarebbe bello se Picchi dichiarasse di assumerla, dal momento che questo articolo non solo riporta un fatto tutto sommato ipotetico (è difficile dire se vi sia davvero un mutamento di clima nell'ambiente: a leggere i giornali sì, ma sono giornali), ma contiene supposizioni prive di una solida pezza d'appoggio.

Un sintomo del mutamen­to del clima attorno alla Fioren­tina lo si è potuto cogliere nei giorni successivi alla qualifica­zione alla fase a gironi della Champions che in altri momen­ti sarebbe stata occasione per complimenti ed elogi

Non ci sono forse stati? Il problema, e Picchi potrebbe dirlo con molta onestà, è che non fanno più notizia. Non fanno notizia. E quindi non fanno vendere giornali, non fanno fare clic sul web...

e che inve­ce — anche per l’intervento raf­freddante di Corvino e di An­drea Della Valle — si è trasfor­mato in un’occasione di critica, di discussione, di perplessità.

Perché, in parte a causa di errori di comunicazione da parte della società, e in parte a causa di una potente grancassa mediatica, il pueblo si era fatto delle aspettative non realistiche, che la società ha dovuto ridimensionare non lesinando sulla brutalità. Il sogno di tutti i tifosi viola è vincere il terzo scudetto: e la maledizione di tutti i tifosi viola è di esservi andati vicini per due volte in quasi trent'anni. Ma nell'82 era un altro calcio, e nel '99 era l'apice di un'epoca folle, durata finché vittorio ha potuto mettere i suoi assegni a ripianare il passivo: quando non ha più potuto farlo, è stata la retrocessione, il fallimento, la C2. Siamo il popolo che ammira i quattrini, e siamo anche il popolo che preferisce un giorno da leone a cent'anni da pecora, no? Parte della piazza ha accettato i "ciabattini" marchigiani come un taxi per tornare nel calcio che conta; un'altra parte ha creduto, vedendoli nei circoli più importanti dell'imprenditoria italiana, che avrebbero ipotecato casa loro pur di vincere uno scudetto. Ora che le loro illusioni sono finite, è l'ora della rabbia. Di alternative ai DV non ce ne sono, e sono i primi a saperlo: ma loro sognano, sperano, e covano rabbia, a maggior gloria del Prizio di turno.

E i giornali di questi giorni, con gli articoli di colleghi di cui condividia­mo e invidiamo gli interventi, rispecchiavano que­sto clima.

Ruffianata gratuita nei confronti di Repubblica, ma passi.

Il tempo per ristabilirne uno migliore, attorno alla Fiorentina, rispettando i bilanci, le strategie cittadelliane ma anche le esigenze del pubblico — sempre pagante e sempre presente — ci sarebbe. Così come ci sarebbero i soldi.

Certo che c'è. Ma quando si soffia sul fuoco, non è facile che ci sia.

Non sarà semplice, se le cose dovessero rimanere così, sop­portare qualche risultato negativo che nessuno si augura ma che nessuno può escludere.

Vero, non sarà per nulla semplice. E allora si faccia informazione, si spieghi ciò che è complesso, si guardi al campo anziché fuori. Il problema, per come la vedo io, è che tutto questo non ha molto a che fare con troppa parte del giornalismo sportivo che possiamo vedere oggi sulla piazza.

Colpevole di dietrologia

Perché?
Possibile che sia solo per mandare via i Della Valle perché non di Firenze?
Possibile che Firenze, abbia solo voluto usare i Della Valle per risollevarsi, e ora che ci siamo accasati in pianta stabile fra le squadre più forti di Italia, si sia deciso che non ci servono più dei marchigiani forestieri?
Sinceramente non lo riesco a credere.
Sarebbe semplicemente terrificante, una idiozia talmente grande, un grettezza di orizzonti talmente bassa, da rasentare l'invocazione dell'infermità mentale.
No, non ci credo.
Lascio libero sfogo alla dietrologia, classica reazione di chi non riesce a comprendere, a capacitarsi.
E dunque immagino che sia accaduto qualcosa, un casus belli, un evento, uno strappo, avvenuto qualche mese fa, non saprei nemmeno quanti.
No, non il licenziamento della Silvia Berti, colei che avrebbe anche detto ai vari fiorentina.it che sarebbero dovuti essere chiusi.
Una marea che è montata tutta in una volta, improvvisa, prima con qualche onda, poi i cavalloni, adesso c'è sentore di tsunami in piena regola.
Ed ancora non posso credere che la fiducia ai Della Valle sia un gettone da rinnovare ogni anno a suon di campagne acquisti da 50 milioni di euro, l'anno scorso, anche nel momento più delicato, quello della cessione di Mutu alla Roma, dove la società ha dimostrato scarsa coesione e in qualche modo impreparazione, nessuno si era minimamente sognato di scatenare quello che abbiamo sotto gli occhi oggi.
Non posso davvero immaginare che tutto questo dipenda dal quattrino, dalla stecca elargita alla tifoseria e ai media, ogni estate, in nome delle macedonie al baccanale del calciomercato.
Sì, lo ammetto, sono colpevole di dietrologia, ma non credo che tutto questo dipenda dal tetto ingaggi, dal mercato in tono minore e dal tesoretto non immediatamente reinvestito.
Non ci credo nella maniera più assoluta, pronto ad essere smentito.

A mente fredda - considerazioni di inizio stagione


Ok, ce l'abbiamo fatta ancora una volta. La sequenza di risultatipositivi degli ultimi 4 anni è impressionante, solo sporadiche battuted'arresto e tanti obiettivi centrati. Godiamoceli per bene perchè stiamovivendo un momento d'oro, come pochi se ne sono visti nella storia viola. Era la prima volta che vedevo quest'anno la squadra, quindi ho pocomateriale per fare qualche considerazione, però ci provo ugualmente, miavventuro in rischiose disquisizioni tecniche da opinionista. Perchèqualcosa mi sento di poterla dire, almeno di raccontare le miesensazioni e le mie perplessità.
Frey e Gamberini non si discutono. GaranzieDainelli ha fatto la sua partita classica, onesta e diligente. Su di luici si può contare sempre e comunque. Io penso che nonostante tutti glisvarioni cui il buon Dario, grande professionista, ci ha abituati inquesti 5 anni , abbia molta ragione il Corvo a dire quando è difficiletrovare uno in grado di farci fare un sensibile salto di qualità in quelruolo. Ho storto la bocca riguardo Natali, ancora a quanto pare nonvisto da Prandelli: forse era l'occasione per trovare un giocatore piùgiovane su cui puntare nel medio periodo, sempre ce ne fossero didisponibili si intende, e questo non lo possiamo sapere.Dove sono più preoccupato è sul discorso terzini. Mi spiego.Negli ultimi anni abbiamo giocato sempre, più o meno, con 3centrocampisti centrali. Il terzino doveva solo preoccuparsi di starevigile sulla fascia pronto a fare le diagonali in difesa o a ripartireper l'attacco. Ora non basta. Devono saper dialogare meglio con icentrali di centrocampo, non solo saper passare loro la palla ma anchecorrere in loro aiuto casomai ce ne fosse bisogno E stessa cosa i dueesterni di centrocampo, aiutare quando possibile i due centrali o i duetezini dietro e soprattutto provare a fare filtro meglio sulleripartenze dell'avversario. Notavo ieri sera nel primo tempo questascollatura, noi si provava ad attaccare loro pressavano e ripartivano,al centro e soprattutto ai lati. A quel punto restavano solo i poveri Montolivo e Zanetti a provare a fermarli, ma se venivano attaccati epassati in velocità non rimanevano che Gamberini e Dainelli mentreComotto correva come un dannato spesso a vuoto e Gobbi pareva un pòspaesato. Se ci pensiamo bene è un problema che si verificava anchel'anno scorso e che Prandelli risolse schierando Santana cometrequartista non rifinitore ma di contenimento (dell'avversario quandoquesti ripartiva). E qui ci troviamo anche con un altro problemino: idue centrali di centrocampo. Zanetti e Montolivo hanno i piedi buoni masembrano quasi sprecati nei momenti in cui gli altri pressano: costrettia fare i mediani, mestiere che sanno fare decentemente, poi non hanno ilfiato e la lucidità per far ripartire la squadra. E in più direi che nonhanno granchè muscoli e fisico. Nella parte finale del match di ierisera c'erano diversi palloni in aria che non venivano presi di testa dainostri, Jovetic ci provava ma poverino di testa non è granchè. Non lorimpiango ma il Felipe Melo dell'anno scorso - quando non erasqualificato- quei palloni li prendeva tutti e faceva valere la suastazza: ecco, per me qui siamo debolucci. Come si può risolvere questopunto? Direi facendo trottare meglio gli esterni di difesa e dicentrocampo, sicuramente, ma anche affinando l'intesa Montolivo-Zanetti.Che probabilmente devono provare a far viaggiare meglio il pallone. Ilmodulo che Prandelli schiererà assomiglia a quello del primo annoprandelliano, con Donadel e Brocchi nel mezzo: non sapendo far correreil pallone correvano loro. Io penso credo e spero che Montolivo eZanetti sappiano far meglio, è nelle loro corde, anche perchè se nongirano loro non gira la squadra. Ma da soli non ce la possono fare etutta la squadra deve stare pronta a correre in aiuto e soprattuttoabbastanza corta da non dover fare lancioni. E qui c'è forse il problema maggiore di ora: problema visto ieri sera,visto anche l'anno scorso. Le poche occasioni da gol create. Moltogioco, molto possesso di palla ma pochi tiri, poca pericolosità. Perchè?Perchè ci riesce difficile saltare l'uomo, perchè ancora non c'è dialogosopraffino tra interni ed esterni, perchè si sbagliano ancora molticross, soprattutto perchè ci si affida troppo alle individualità piùtecniche - Mutu, Jovetic, Montolivo - che se non girano a dovere e noncreano superiorità numerica poi ci si affida solo ai lancioni, e menomale che Gila fa sempre un gran lavoro nel difendere la palla e farsalire la squadra (anzi per me sta pure migliorando e lo vedo sempre piùsomigliante a Toni): Gilardino comunque una garanzia per l'attacco,questo va senza dire.Una soluzione possibile sarebbe schierare Jovetic dietro o accanto Mutu,lasciando Gila davanti. Probabilmente sarebbe la più produttiva, Jojo -che però deve imparare molte cose ancora sul piano tattico -inventerebbe e creerebbe scompiglio. Però per fare questo si dovrebbecambiare qualcosa, tornare a tre centrocampisti centrali e probabilmentearretrare Vargas a terzino, cosa che mi pare evidente non essere ancoramatura. E' comunque una possibilità, realistica ed auspicabile quando cisarà da segnare per forza, meno probabile all'inizio di partita o neimomenti in cui è più produttivo staer guardinghi.
E' possibile migliorare questi scenari? In sede di compravendita imargini come sappiamo sono pochini, e migliorare in modo sensibile lasquadra intesa come semplice somma di giocatori non è facile. Sospettoche le polemiche internetiche esistenti nascano dalla sensazioni ditanti tifosi - molti di noi fiduciosi compresi - che Prandelli abbiaspremuto il meglio dai nostri giocatori che tanto più di questo nonriescano a fare, e quindi solo inserendo qualche pezzo pregiato sipotrebbe dar respiro agli altri, giocare con più sicurezza etranquillità. Credo comunque che dei miglioramenti si vedranno come alsolito quando la preparazione atletica comincerà a dare i suoi frutti,quindi tra un mese almeno o più probabilmente due. E sono fiducioso chesaranno dei bei miglioramenti. E soprattutto quando la squadra avràtrovato i suoi equilibri che non sono gli stessi dell'anno scorso maaltri, in cui bisogna sapersi aiutare l'un l'altro maggiormente esoprattutto senza smarrire la posizione.

Odi et amo, ovvero la possibile storia di Priziullo e Lesbia


Negli ultimi giorni, fiorentina.it, per mano del suo direttore S.P. (così si firma e così lo chiameremo quindi senza fargli alcun immotivato torto), sembra diventata una succursale del Galileo o del Michelangelo: un liceo classico in piena regola. Elevata cultura letteraria e classica che è partita da Borges, è passata per Umberto Eco e, ieri sera, è approdata nientemeno che ad Omero, con tanto di ὕβρις e Polifemo. A proposito di Polifemo: come sicuramente saprà, il nome del ciclope monocolo significa, alla lettera, “che dice molte cose” (πολύ-φημος, dalla radice del verbo φημί “io dico”); e, effettivamente, di cose ne sono state dette tante e financo troppe.

Polifemo, in questo particolar caso, sarebbe Pantaleo Corvino. Colpevole, al pari del ciclope, di hybris verso gli dèi, di bestemmia, di tracotanza, di orgoglio e di disprezzo delle regole della civiltà. Tutto questo perché ieri, durante la conferenza stampa in occasione della presentazione del giuocatore Lorenzo De Silvestri, si è lasciato andare a delle dichiarazioni decisamente forti sull'operato della “stampa sportiva” fiorentina, accusandola senza mezzi termini di “estorsione mediatica”. I fatti, certo, sono sotto gli occhi di tutti; che oramai la stragrande maggioranza dei giornalisti che, a Firenze, si occupano delle vicende della Fiorentina, remi contro la Società, ed in modo sempre più palese e smaccato, è assodato. Non solo: servendosi della loro presupposta “autorevolezza”, questi signori sono riusciti -specialmente con il mezzo telematico e con l'ipertrofia di “opinioni” messe a disposizione di tutti- a creare un clima di sfiducia attorno alla Fiorentina che oramai non si vedeva più da tempo. La domanda logica da porsi è una sola, sempre mantenendoci nell'alveo della classicità che tanto piace a S.P.: cui prodest? A chi giova?

Tentare di dare delle risposte a questa domanda è difficile. La prima che viene a mente è l'insita autoreferenzialità del giornalista, tipo di persona cui la hybris, la tracotanza e l'orgoglio non mancano per definizione. Sarà Corvino, uno che fa il suo mestiere e ha dimostrato di farlo benissimo, il Polifemo che si crede “più potente degli dèi”, o il giornalista che, dalla sua redazione, è convinto di poter fabbricare il cavallo per conquistare la Troia di viale Manfredo Fanti (pregasi, qui, di astenersi da facili battute)? Si tratta, del resto, del medesimo sistema di autoreferenzialità che dalla cronaca riesce a creare il “fatto” buono per le mire del potere di riferimento. Nulla di nuovo sotto il sole, anzi, pardon, sotto l'aurora dalle rosee dita (ῥοδοδάκτυλος Ἠώς). La vera libertà di stampa non esiste. Viene a cessare anche quando c'è un solo soldo guadagnato con la manifestazione di opinioni. Anche un solo bannerino pubblicitario. Per questo si vogliono, per inciso, imbavagliare i blog con leggi e decreti ad hoc.

Ma qui, evidentemente, si va in un campo minato. Meglio attenersi ai fatti. Ad esempio, ce n'è uno assai curioso per il quale, visto l'andazzo, un'altra po' di classicità non guasterà. Ci scuserà l'immortale anima del grande poeta Catullo se lo “prendiamo a prestito”, qui, per fabbricare un Priziullo che, oltretutto, ricorda anche l'epiteto di citrullo che il buon S.P. ammannisce a dritta e a manca, in mezzo alle sue notizie censurate (delle accuse di Corvino non è stata fatta menzione, naturalmente), ai commentatori che osano contraddirlo. Ora, che S.P. ami la Fiorentina nessuno può metterlo in dubbio, e non lo farò certamente io. La ama, però, in modo assai giornalese. Perché dietro a tutta l'attuale fronda di fiorentina.it nei confronti dei Della Valle e di Corvino (Prandelli non ha ancora osato toccarlo, per fortuna; casomai, come del resto anche a certi suoi colleghi, Prandelli serve per fabbricare “dissidi interni”, “musi duri”, “geli” e quant'altro: basta averci un corridoio a Lisbona, come per il gastronomo Giuseppe Calabrese) si potrebbero vedere e dire molte cose. Poli-femo, appunto. Pensando a quali potrebbero essere, debbo dire che non me ne piace nemmeno una.

Ma visto che abbiamo creato il poeta Priziullo, per forza di cose dobbiamo creare anche una Lesbia. Nel qual caso, viene sicuramente a mente un episodio di qualche mese fa, apparentemente insignificante, ma a partire dal quale la campagna di S.P. contro la Società (e Corvino in particolare) ha subito un'evidente accelerazione (aiutata anche dal “periodo di mercato”, sicuramente). La Lesbia sembra essere qui tale d.sa Silvia Berti, ax addetta stampa dell' ACF Fiorentina, sicuramente una professionista seria ed onorata la quale però, ad un certo punto e senza tante spiegazioni, è stata silurata dopo anni di servizio. Fino ad allora, l'atteggiamento del poeta Priziullo era stato sostanzialmente corretto, nonostante certe sue “esternazioni” un po' velleitarie ma, in fondo, simpatiche e generalmente scritte non malaccio (lasciando da parte la pletora di refusi di digitazione che in una “testata giornalistica”, a mio parere, non dovrebbero però esserci). Bene. Il giorno del licenziamento della d.sa Berti, S.P. scrive un articolo di fuoco; è noto che, ad un giornalista, non puoi toccare un collega. Lo spirito di casta è più forte di ogni altra cosa. E, da quel giorno, è stato tutto un crescendo rossiniano. Nessuno che segua almeno un po' fiorentina.it, che senz'ombra di dubbio è la principale testata giornalistica in rete che si occupa della Fiorentina e delle sue vicende, può negarlo. Come se si fosse “rotto qualcosa”. Ovviamente non ci è dato sapere che cosa ci sia veramente dietro l'improvviso licenziamento della dott.sa Berti, e francamente non ce ne importa nemmeno un po'. Si tratta di una professionista alle dipendenze di una società, e come tale soggetta ad essere mandata a casa e sostituita se le sue prestazioni sono ritenute non più necessarie. Ma s'apra il cielo. La Berti-Lesbia (anche qui prego vivamente di astenersi da battute da caserma) scatena il suo Priziullo, quasi veramente come se si trattasse della difesa dell'amata. Da quel momento, ogni occasione è stata buona: dagli zero euro al mancato arrivo di Crespo (wow), dalla cessione di Melo ai famosi nomi accostati, dalle quotidiane notizie sul pigiama, sullo spazzolino da denti e sulla quantità di zanzare che hanno punto Giampaolo Pazzini fino ad arrivare alle ultime “classicate”, in cui Corvino viene addirittura paragonato ad un ciclope violento, bestemmiatore, orgoglioso e incivile. Lo stesso Corvino che, si badi bene, fino a non molto tempo fa veniva dallo stesso S.P. esaltato, coccolato, proposto ad esempio di oculata gestione del budget eccetera. Ora è diventato un ciclope. Poffarbacco!

Per fortuna che, in quanto ciclope, Corvino ha le spalle belle larghe. Non ci ha mica di fronte un Ulisse, poi: ci ha davanti un Prizio. Quanto alla Fiorentina, oramai sembra essere diventata, per il poeta Priziullo, una sorta di odio-amore, appunto in puro stile catulliano: Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. “Odio e amo. Forse mi chiedi come io faccia. Non lo so, ma sento che ciò accade, e mi tortura”. Stiamo parlando della Fiorentina dellavalliana, ovviamente; un grande amore che perdura, certamente, ma verso il quale il poeta Priziullo prova anche un grande odio, dato che la Fiorentina ora preferisce dargli di “estortore mediatico”. Cosa fatta, capo ha. Non avrà mica pensato che un ciclope, a lungo andare, stesse sempre zitto. Potrà, volendo, consolarsi scrivendo carmi sulla morte del passero di Lesbia, sperando naturalmente che la dott.sa Berti non tenga, come animale di compagnia, un velociraptor.